Cassazione penale Sez. V sentenza n. 25596 del 10 giugno 2019

ECLI:IT:CASS:2019:25596PEN

Massima

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Il reato di minaccia di cui all'art. 612 c.p. si configura quando l'autore prospetta alla persona offesa un male ingiusto dipendente dalla sua volontà e tale da intimorirla gravemente, anche se il male paventato riguarda aspetti delicati della vita personale della vittima. Tuttavia, perché le espressioni utilizzate possano essere considerate minacciose, è necessario che il giudice valuti attentamente le circostanze di contesto in cui sono state pronunciate, al fine di accertare la concreta offensività delle stesse e la loro idoneità a suscitare nella persona offesa un fondato timore per la propria incolumità o per altri beni giuridici meritevoli di tutela. Pertanto, non è sufficiente la mera affermazione che le frasi utilizzate siano "fortemente lesive della dignità personale" e "in grado di intimorire gravemente" la vittima, se tale valutazione non è adeguatamente supportata da una motivazione che dia conto delle specifiche circostanze di fatto che conferiscono alle espressioni impiegate una reale valenza minacciosa. Il giudice di appello, nel riformare in pejus la sentenza assolutoria di primo grado, non è tenuto a rinnovare l'istruttoria dibattimentale quando la diversa valutazione della prova dichiarativa non riguardi la credibilità o l'attendibilità della persona offesa, ma si incentri sull'interpretazione giuridica delle espressioni utilizzate dall'imputato, ritenute prive del carattere intimidatorio.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. SABEONE Gerardo - Presidente

Dott. SESSA Renata - Consigliere

Dott. CAPUTO Angelo - Consigliere

Dott. SCORDAMAGLIA Irene - rel. Consigliere

Dott. BRANCACCIO Matilde - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS), nato a (OMISSIS);
avverso la sentenza del 16/05/2018 del TRIBUNALE di LECCE;
visti gli atti, il provvedimento impugnato e il ricorso;
udita la relazione svolta dal Consigliere Dr. IRENE SCORDAMAGLIA;
udito il Pubblico Ministero, in persona del Sostituto Procuratore Dr. CESQUI ELISABETTA, che ha concluso chiedendo per l'annullamento senza rinvio, limitatamente alla pena accessoria. Rigetto nel resto.
Il difensore presente chiede l'accoglimento del ricorso
RITENUTO IN FA…

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