Cassazione penale Sez. VI sentenza n. 22258 del 11 giugno 2010

ECLI:IT:CASS:2010:22258PEN

Massima

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Il comportamento violento e la fuga di un soggetto che, pur essendo consapevole di essere sottoposto all'intimazione di alt da parte di un pubblico ufficiale, decide di opporsi attivamente allo svolgimento delle sue funzioni, cagionando lesioni all'agente, integra i reati di violenza e resistenza a pubblico ufficiale, nonché di lesioni personali, senza che possano essere invocate a sua discolpa circostanze putative di stato di necessità. La valutazione delle risultanze processuali compiuta dal giudice di merito, immune da evidenti illogicità, che abbia condotto a tale ricostruzione del fatto, non è sindacabile in sede di legittimità, se non per vizi logici o giuridici manifesti. In tali casi, la condanna del ricorrente al pagamento delle spese processuali e di una somma in favore della cassa delle ammende risulta conseguenza necessaria dell'inammissibilità del ricorso.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SESTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. MANNINO ((omissis)) - Presidente

Dott. MILO Nicola - Consigliere

Dott. CORTESE Arturo - rel. Consigliere

Dott. FAZIO ((omissis)) - Consigliere

Dott. FIDELBO Giorgio - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA/ORDINANZA

sul ricorso proposto da:

1) CI. AU. , N. IL (OMESSO);

avverso la sentenza n. 4269/2006 CORTE APPELLO di ROMA, del 12/02/2008;

visti gli atti, la sentenza e il ricorso;

udita in PUBBLICA UDIENZA del 13/05/2010 la relazione fatta dal Consigliere Dott. ARTURO CORTESE;

Udito il Procuratore Generale in persona del Dott. D'((omissis)), che ha concluso per l'inammissibilita' del ricorso;

udito il difensore avv. Cicchetti R.…

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