Il dolo generico, quale elemento soggettivo del reato di omesso versamento delle ritenute previdenziali ed assistenziali operate sulle retribuzioni dei lavoratori dipendenti, è integrato dalla consapevole scelta di omettere i versamenti dovuti. Pertanto, la mera mancanza di diligenza nell'adempimento degli obblighi contributivi e la colposa discontinuità o mancanza di costante puntualità nei versamenti periodici all'istituto previdenziale non integrano di per sé il dolo generico, potendo al più integrare una condotta colposa sanzionabile in sede civile. Tuttavia, l'accertamento in concreto della sussistenza o meno dell'elemento soggettivo del dolo generico è rimesso alla valutazione del giudice di merito, il quale, esaminando le peculiarità del caso, come l'importo contenuto delle somme non versate o l'episodicità delle inadempienze, può pervenire al convincimento della mancanza del dolo generico. Tale valutazione, tuttavia, non può prescindere dall'espletamento di un'attività istruttoria o, comunque, dalla celebrazione di un processo nel contraddittorio delle parti, non potendosi escludere l'intenzionalità dell'omissione sulla base di sole argomentazioni presuntive. Pertanto, il giudice per le indagini preliminari, investito della richiesta di emissione di decreto penale di condanna, può pronunciare sentenza di proscioglimento ex art. 129 c.p.p. solo quando risulti evidente la prova positiva dell'innocenza dell'imputato o l'impossibilità di acquisire prove della sua colpevolezza, mentre è precluso un analogo esito decisorio sulla base di una valutazione di opportunità sul proficuo esercizio dell'azione penale o sulla inoffensività della condotta.