Cassazione penale Sez. V sentenza n. 37233 del 19 ottobre 2010

ECLI:IT:CASS:2010:37233PEN

Massima

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Le dichiarazioni accusatorie della persona offesa, se sottoposte ad attento controllo di credibilità oggettiva e soggettiva, possono da sole sostenere un'affermazione di penale responsabilità dell'imputato, senza necessità di riscontri esterni, quando non vi sia ragione di dubitare della loro attendibilità, anche in presenza di un clima di contrasto tra le parti per ragioni di vicinato o di attività lavorativa svolta dall'imputato. L'espressione minacciosa utilizzata dall'imputato, in relazione alla sua attività lavorativa, integra il reato di minacce e non può essere riqualificata come ingiuria non punibile ai sensi dell'art. 599 c.p. La valutazione di attendibilità delle dichiarazioni della persona offesa e la qualificazione giuridica della condotta dell'imputato rientrano nel potere discrezionale del giudice di merito, la cui motivazione, se congrua e logica, non è sindacabile in sede di legittimità, salvo vizi logici o manifesta illogicità.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. GRASSI Aldo - Presidente

Dott. BEVERE Antonio - Consigliere

Dott. SANDRELLI Giangiacom - Consigliere

Dott. DE BERARDINIS Silvana - Consigliere

Dott. BRUNO Paolo A. - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto il 25.6.2009 da:

Avv. Roncoroni Tiziano difensore di CA. Lu. , nato a (OMESSO);

avverso la sentenza del Tribunale di Busto Arsizio - sezione distaccata di Gallarate del 15 giugno 2009;

Sentita la relazione del Consigliere Dr. Paolo Antonio BRUNO;

Sentite le conclusioni del P.G. in sede, in persona del Sostituto Dr. Iacoviello Francesco Mauro, che ha chiesto l'inammissibilita' del ricorso.

SVOLGIMENTO DEL…

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