Cassazione penale Sez. I sentenza n. 50967 del 8 novembre 2018

ECLI:IT:CASS:2018:50967PEN

Massima

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Il reato di partecipazione ad associazione di tipo mafioso, essendo un reato permanente, non consente la scomposizione dei vari segmenti criminosi ai fini dell'applicazione del principio della fungibilità della pena, in quanto la permanenza del reato è espressione di una scelta consapevole e volontaria dell'agente, rispetto alla quale una tale frammentazione comporterebbe un'artificiosa frammentazione del suo progetto volitivo. Pertanto, la cessazione della condotta delittuosa di partecipazione all'associazione mafiosa deve essere individuata sulla base degli elementi probatori acquisiti nel procedimento penale, senza che possa rilevare, ai fini della determinazione del dies a quo, una successiva sentenza irrevocabile che abbia accertato fatti diversi e cronologicamente successivi, in assenza di una specifica e analitica dimostrazione della loro incidenza sulla ricostruzione operata dal giudice dell'esecuzione. L'onere di tale dimostrazione grava sulla parte che impugna il provvedimento, la quale deve identificare l'atto processuale rilevante, individuare l'elemento fattuale o probatorio incompatibile con la motivazione del provvedimento impugnato, darne prova e indicare le ragioni per cui tale elemento inficia in modo decisivo la tenuta logica dell'impianto argomentativo.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE PRIMA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. BONITO Francesco M. S. - Presidente

Dott. ROCCHI Giacomo - Consigliere

Dott. DI GIURO Gaetano - Consigliere

Dott. CENTONZE Alessandro - rel. Consigliere

Dott. CAIRO Antonio - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
1) (OMISSIS), nato il (OMISSIS);
Avverso la sentenza emessa il 19/03/2018 dalla Corte di appello di Napoli;
Sentita la relazione fatta dal Consigliere Dott. CENTONZE Alessandro;
Lette le conclusioni del Procuratore generale, in persona della Dott.ssa LOY ((omissis)), che ha concluso per l'inammissibilita' del ricorso.
RILEVATO IN FATTO
1. Con l'ordinanza in epigrafe la Corte di appello di Napoli dichiarava la cessazione della permanenza della condotta delittuosa di parte…

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