Il giudicato amministrativo, una volta formatosi, costituisce un vincolo giuridico inderogabile per l'amministrazione pubblica, la quale è tenuta a darne puntuale esecuzione senza indugio, anche mediante l'attivazione di apposite procedure di ottemperanza. L'inerzia dell'amministrazione nel dare attuazione al giudicato, in assenza di valide giustificazioni, integra un'illegittima violazione dell'obbligo di conformarsi al giudicato stesso, sancito dagli artt. 4 della legge n. 2248/1865 e 37 della legge n. 1034/1971. In tali casi, il giudice amministrativo, su ricorso della parte interessata, è tenuto a dichiarare l'obbligo dell'amministrazione di dare esecuzione al giudicato, assegnandole un termine perentorio per provvedere e, in caso di ulteriore inadempimento, a nominare un commissario ad acta con il compito di dare attuazione alla sentenza passata in giudicato. Le spese relative all'eventuale procedura di ottemperanza, comprese quelle per l'attività del commissario ad acta, sono poste a carico dell'amministrazione inadempiente. Il giudice, inoltre, liquida le spese del giudizio di ottemperanza a carico della parte soccombente, secondo il principio della soccombenza. Tale disciplina mira a garantire l'effettività della tutela giurisdizionale e il rispetto del principio di legalità, impedendo che l'inerzia dell'amministrazione possa vanificare l'accertamento giurisdizionale del diritto del ricorrente.