Cassazione penale Sez. I sentenza n. 18138 del 30 aprile 2014

ECLI:IT:CASS:2014:18138PEN

Massima

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Il comportamento aggressivo e molesto della vittima, protrattosi nel tempo e culminato nel giorno del fatto, può integrare lo stato d'ira dell'imputato tale da giustificare l'applicazione dell'attenuante di cui all'art. 62 n. 2 c.p., a condizione che sussista un nesso di causalità psicologica tra l'offesa e la reazione, anche in assenza di un rapporto di proporzionalità, purché la reazione non sia palesemente sproporzionata. Il giudice deve valutare il comportamento della vittima nel quadro generale degli accadimenti, senza parcellizzare il fatto che ha condotto all'evento, al fine di accertare la sussistenza di tutti i presupposti per l'applicazione dell'attenuante. Inoltre, in caso di applicazione della diminuente di cui all'art. 116 c.p. per uno dei reati in continuazione, il giudice deve motivare adeguatamente l'eventuale diversità di trattamento sanzionatorio per il secondo reato.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE PRIMA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. CORTESE Arturo - Presidente

Dott. CAVALLO Aldo - Consigliere

Dott. BARBARISI Maurizio - rel. Consigliere

Dott. CASA Filippo - Consigliere

Dott. MAGI Raffaello - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

1) (OMISSIS) n. il (OMISSIS);

2) (OMISSIS) n. il (OMISSIS);

avverso la sentenza 27 novembre 2012 - Corte di Assise di Appello di Milano;

sentita la relazione svolta dal Consigliere Dott. Maurizio Barbarisi;

udite le conclusioni del rappresentante del Pubblico Ministero, in persona del Dott. GALASSO Aurelio, sostituto Procuratore Generale della Corte di Cassazione, che ha chiesto l'annullamento con rinvio della sentenza impugnata limitatamente alle attenuanti di cui al…

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