Il diritto di accesso agli atti amministrativi, pur essendo un principio fondamentale dell'ordinamento giuridico, volto a garantire la trasparenza e il controllo sull'operato della pubblica amministrazione, non è assoluto e può essere legittimamente limitato o negato quando ricorrono specifiche esigenze di riservatezza o di tutela di interessi pubblici o privati prevalenti. L'amministrazione, nel valutare l'istanza di accesso, è tenuta a bilanciare il diritto di accesso con gli altri interessi in gioco, motivando adeguatamente il provvedimento di diniego, che può essere impugnato dal richiedente dinanzi al giudice amministrativo. Tuttavia, l'inerzia dell'amministrazione nel pronunciarsi sull'istanza di accesso non comporta l'automatica illegittimità del silenzio, essendo necessaria l'espressa impugnazione del provvedimento di diniego, anche tacito, per consentire al giudice di valutare la correttezza della decisione amministrativa. L'abuso del diritto di accesso, attraverso la reiterazione di istanze prive di un effettivo interesse giuridicamente rilevante, può legittimare la compensazione delle spese processuali tra le parti.