Cassazione penale Sez. V sentenza n. 19316 del 21 aprile 2017

ECLI:IT:CASS:2017:19316PEN

Massima

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Il vincolo associativo di tipo mafioso si caratterizza per l'utilizzo della forza di intimidazione del vincolo associativo e della condizione di assoggettamento e di omertà che ne deriva, al fine di perseguire i fini dell'associazione, quali l'affermazione del controllo egemonico sul territorio, anche attraverso la contrapposizione armata con organizzazioni criminali rivali, la gestione di piazze di spaccio di droga, l'attività estorsiva nei confronti di attività commerciali, la detenzione di armi e il conseguimento di profitti ingiusti. La partecipazione all'associazione mafiosa può essere desunta anche dalla disponibilità permanente a porre in essere attività delittuose, anche di bassa manovalanza, ma necessarie per il perseguimento dei fini dell'organizzazione, indipendentemente dalla prova di una formale iniziazione, costituendo tale condotta un univoco sintomo di inserimento strutturale nella compagine associativa. Il ruolo di anello di collegamento tra affiliati detenuti e quelli in stato di libertà, il compito di ricevere e consegnare il denaro proveniente dai delitti commessi dall'associazione, nonché di provvedere alla corresponsione delle "settimane" a favore delle famiglie dei detenuti, sono elementi sintomatici dell'appartenenza all'associazione mafiosa. L'accertamento della responsabilità penale del singolo partecipante non richiede la prova della sua consapevole adesione al programma criminoso, essendo sufficiente la dimostrazione del suo contributo funzionale e dinamico al rafforzamento dell'associazione, anche attraverso condotte di basso livello, purché necessarie per il perseguimento dei fini del sodalizio. La motivazione della sentenza di condanna deve indicare in modo puntuale gli elementi fattuali dai quali si desume la sussistenza del vincolo associativo e il ruolo concretamente svolto dall'imputato, senza che sia necessario il riscontro di dichiarazioni di collaboratori di giustizia o di coimputati, essendo sufficiente il richiamo a risultanze probatorie oggettive, quali intercettazioni telefoniche ed epistolari.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. PALLA Stefano - Presidente

Dott. GORJAN Sergio - Consigliere

Dott. PISTORELLI Luca - Consigliere

Dott. FIDANZIA Andrea - rel. Consigliere

Dott. LIGNOLA Ferdinando - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS), nato il (OMISSIS) a (OMISSIS);
(OMISSIS), nato il (OMISSIS) a (OMISSIS);
(OMISSIS), nato il (OMISSIS) a (OMISSIS);
(OMISSIS), nato il (OMISSIS) a (OMISSIS);
(OMISSIS), nato il (OMISSIS) a (OMISSIS);
(OMISSIS), nato il (OMISSIS) a (OMISSIS);
avverso la sentenza del 30/10/2015 della CORTE APPELLO di NAPOLI;
visti gli atti, il provvedimento impugnato e il ricorso;
udita in PUBBLICA UDIENZA del 15/03/2…

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