Il tentativo di furto aggravato in abitazione è configurabile quando gli atti compiuti, come il forzamento del portone d'ingresso di uno stabile mediante l'utilizzo di strumenti atti allo scasso, siano inequivocabilmente diretti alla commissione di un reato contro il patrimonio, creando una situazione di pericolo concreto ed attuale per il bene giuridico protetto. In tali casi, la desistenza volontaria è esclusa qualora l'interruzione dell'azione criminosa sia dovuta al sopraggiungere di circostanze esterne all'agente, come l'intervento di terzi, e non a una libera determinazione del reo di rinunciare all'intento delittuoso. Il giudice di merito, nel valutare la sussistenza del tentativo, non è tenuto a una riqualificazione giuridica puntuale della condotta, essendo sufficiente il riferimento generico a reati contro il patrimonio, purché la descrizione della sequenza operativa compiuta dall'agente sia tale da rendere inequivocabile l'obiettivo criminoso perseguito.