Il vincolo paesaggistico ministeriale che dichiara di notevole interesse pubblico le vedute di mare e i quadri naturali di un determinato territorio impone all'amministrazione comunale di valutare con particolare rigore gli interventi edilizi che possano incidere negativamente sulla percezione visiva e sulla fruibilità pubblica di tali beni paesaggistici tutelati. Pertanto, l'ampliamento di un pontile esistente in una zona costiera caratterizzata da un elevato grado di naturalità e da visuali panoramiche di pregio, ove tale ampliamento risulti idoneo a precludere o limitare in modo significativo le prospettive pubbliche sul mare e sulla costa, deve essere negato dall'amministrazione in quanto contrastante con la finalità di tutela del paesaggio. L'amministrazione, nel valutare l'impatto paesaggistico di tali interventi, gode di ampia discrezionalità tecnica, sindacabile solo in caso di manifesta illogicità o irragionevolezza della motivazione, dovendo la stessa adeguatamente rappresentare gli elementi di fatto e le ragioni giuridiche posti a fondamento della determinazione finale di diniego. In particolare, l'amministrazione è tenuta a effettuare specifici sopralluoghi, simulazioni fotografiche e analisi dei punti di vista panoramici, al fine di accertare concretamente la compromissione delle visuali pubbliche sul mare e sulla costa derivante dall'opera proposta, anche in relazione alla conformazione naturale dei luoghi e alla preesistenza di eventuali barriere visive. Ove tali approfondimenti dimostrino che l'ampliamento del manufatto inciderebbe in modo rilevante sulla percezione e sulla fruibilità pubblica dei beni paesaggistici tutelati, l'amministrazione è legittimata a negare l'autorizzazione richiesta, in quanto l'intervento risulterebbe non compatibile con le esigenze di tutela del paesaggio.