Cassazione penale Sez. V sentenza n. 33006 del 6 luglio 2017

ECLI:IT:CASS:2017:33006PEN

Massima

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Il pericolo di reiterazione del reato, quale presupposto per l'applicazione di una misura cautelare personale ai sensi dell'art. 274, comma 1, lett. c), c.p.p., deve essere valutato in concreto sulla base di una prognosi fondata non solo sulle modalità e circostanze del fatto, ma anche sulla personalità dell'indagato e sulle sue condizioni di vita, in modo da poter ragionevolmente ritenere probabile, anche se non imminente, la commissione di ulteriori reati. La mera incensuratezza dell'indagato, pur costituendo una presunzione relativa di minima pericolosità sociale, non è di per sé sufficiente a escludere il pericolo di reiterazione, qualora le concrete modalità della condotta delittuosa posta in essere siano indicative di una probabile recidiva. Tuttavia, la motivazione del provvedimento cautelare deve dare conto in modo specifico e non meramente apodittico o generico della sussistenza di tale pericolo attuale, senza potersi limitare a considerazioni astratte o ipotetiche.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. BRUNO Paolo Anton - Presidente

Dott. GORJAN Sergio - Consigliere

Dott. MICHELI Paolo - Consigliere

Dott. SCORDAMAGLIA Irene - rel. Consigliere

Dott. RICCARDI Giuseppe - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS), nato il (OMISSIS);
avverso l'ordinanza del 19/12/2016 del TRIB. LIBERTA' di BARI;
sentita la relazione svolta dal Consigliere Dr. IRENE SCORDAMAGLIA;
lette/sentite le conclusioni del PG Dr. GIOVANNI DI LEO che ha chiesto l'annullamento con rinvio.
RITENUTO IN FATTO
1.Con la ordinanza impugnata il Tribunale per il riesame di Bari, in parziale accoglimento dell'appello del Pubblico Ministero ed in parziale riforma dell'ordinanza emessa dal Giudice per le in…

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