Cassazione penale Sez. V sentenza n. 35165 del 20 agosto 2013

ECLI:IT:CASS:2013:35165PEN

Massima

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Il reato di minaccia grave sussiste quando le espressioni usate, valutate nel loro contesto, risultano idonee a incidere sulla libertà morale del soggetto passivo, a prescindere dal fatto che abbiano effettivamente conseguito l'effetto minatorio, essendo sufficiente che abbiano la potenzialità di determinare uno stato di paura e di costrizione nella vittima. La capacità intimidatoria delle espressioni minacciose deve essere valutata in astratto, secondo il loro significato oggettivo e la loro attitudine a incidere sulla libertà di autodeterminazione della persona offesa, a prescindere dall'effettivo verificarsi dell'evento temuto.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. BEVERE Antonio - Presidente

Dott. BRUNO Paolo - rel. Consigliere

Dott. VESSICHELLI Maria - Consigliere

Dott. GUARDIANO Alfredo - Consigliere

Dott. LIGNOLA Ferdinando - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

(OMISSIS), nato a (OMISSIS);

avverso la sentenza della Corte d'Appello di Roma del 22 aprile 2011;

Visti gli atti, la sentenza ed il ricorso;

sentita la relazione del Consigliere Dr. Paolo Antonio BRUNO.

udite le conclusioni del Pubblico Ministero, in persona del Sostituto Procuratore Generale Dr. Cesqui Elisabetta, l'inammissibilita' del ricorso;

sentito, altresi', l'avv. (OMISSIS), che ne ha chiesto, invece, l'accoglimento.

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