Cassazione penale Sez. II sentenza n. 21016 del 27 maggio 2008

ECLI:IT:CASS:2008:21016PEN

Massima

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Il principio di diritto fondamentale che emerge dalla sentenza è il seguente: Il reato di partecipazione ad associazione di tipo mafioso (art. 416-bis c.p.) è un reato permanente, per cui la contestazione di tale reato in momenti diversi, anche se per periodi temporali differenti, non integra la violazione del principio del "ne bis in idem" cautelare, in quanto i fatti contestati sono autonomi e successivi, costituendo la prosecuzione dell'attività delittuosa tipica dell'associazione mafiosa. Pertanto, la circostanza che un soggetto sia già stato destinatario di una precedente ordinanza cautelare per il medesimo reato associativo, non preclude l'emissione di una nuova misura cautelare per fatti successivi e distinti, pur rientrando nell'ambito della medesima fattispecie criminosa. Inoltre, l'eventuale contestazione "a catena" di un reato, rilevante solo ai fini del computo dei termini di durata della misura, non costituisce motivo di annullamento dell'ordinanza cautelare, in quanto attiene all'efficacia della misura stessa e non alla sua intrinseca legittimità. Infine, in sede di legittimità, il sindacato della Corte di Cassazione è limitato alla verifica della logicità e non contraddittorietà della motivazione adottata dal giudice di merito, senza poter entrare nel merito delle valutazioni probatorie, purché queste siano compatibili con il senso comune e con i limiti di una plausibile opinabilità di apprezzamento.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SECONDA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. DI IORIO Giorgio - Presidente

Dott. NUZZO Laurenza - Consigliere

Dott. MACCHIA Alberto - Consigliere

Dott. IASILLO Adriano - Consigliere

Dott. MELIADO' Giuseppe - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

Avvocato D'ASCOLA ((omissis)), quale difensore di CR. Te. (n. l'(OMESSO)), CR. Do. (n. il (OMESSO)), CR. An. (n. il (OMESSO)) e BA. Fr. (n. il (OMESSO)), e dall'((omissis)), quale difensore di TR. Vi. (n. (OMESSO));

avverso l'ordinanza del Tribunale di Reggio Calabria, in data 08/08/2007.

Sentita la relazione della causa fatta dal Consigliere Dott. ((omissis)).

Udita la requisitola del S…

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