Cassazione penale Sez. II sentenza n. 30296 del 15 luglio 2016

ECLI:IT:CASS:2016:30296PEN

Massima

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La condotta di estorsione aggravata si configura quando il soggetto, pur essendo estraneo al rapporto contrattuale sottostante la pretesa di pagamento, la esercita in modo violento e pretestuoso, eccedendo i limiti dell'esercizio arbitrario delle proprie ragioni. In tali casi, la qualificazione giuridica della condotta non può essere ricondotta all'art. 393 c.p., in quanto l'agente non agisce per far valere un proprio diritto, ma per riscuotere un debito altrui mediante minacce e violenza, in modo del tutto sproporzionato rispetto alla pretesa vantata. La sussistenza di tali elementi, accertati dal giudice di merito, comporta la configurabilità del reato di estorsione aggravata in concorso, in quanto la condotta esula dai limiti dell'esercizio arbitrario delle proprie ragioni e integra gli estremi della fattispecie di cui agli artt. 629 e 628, comma 3, n. 3, c.p.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SECONDA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. GALLO Domenico - Presidente

Dott. FUMU Giacomo - Consigliere

Dott. DE CRESCIENZO Ugo - Consigliere

Dott. AGOSTINACCHIO Luigi - rel. Consigliere

Dott. SGADARI Giuseppe - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS), nato a (OMISSIS);
(OMISSIS), nato a (OMISSIS);
avverso la sentenza in data 08/07/2014 della Corte di Appello di Roma;
visti gli atti, la sentenza e il ricorso;
udita la relazione svolta dal Consigliere Dr. ((omissis));
udito il Pubblico Ministero, in persona del Sostituto Procuratore Generale Dott. ((omissis)), che ha concluso chiedendo il rigetto del ricorso;
sentito il difensore del ricorrente (OMISSIS), avv. (OMISSIS) del foro di Roma, che ha concluso chiedendo l"acco…

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