Il principio di legalità in materia di sanzioni amministrative impone che la comminazione di misure interdittive o accessorie nei confronti di un soggetto sia prevista espressamente dalla legge e non possa essere introdotta unicamente attraverso la disciplina regolamentare adottata dall'ente locale. Pertanto, l'interdizione dalla facoltà di presentare nuova istanza per l'occupazione di spazi ed aree pubbliche ad utilizzazione commerciale per l'anno successivo, disposta dal Comune in applicazione di una previsione regolamentare, configura una sanzione amministrativa accessoria non prevista dalla legge statale e, dunque, illegittima per violazione del principio di legalità di cui all'art. 1 della Legge n. 689/1981. Inoltre, tale misura interdittiva presuppone la definitività delle violazioni accertate, che non può ritenersi sussistente ove sia stata tempestivamente richiesta l'annullamento in autotutela di uno dei verbali sanzionatori o non risulti ancora emanata l'ordinanza-ingiunzione relativa ad una delle contestazioni. In tali ipotesi, pertanto, difetta il presupposto per l'applicazione della sanzione accessoria, con conseguente illegittimità del provvedimento comunale che la dispone.