Cassazione penale Sez. II sentenza n. 20770 del 19 maggio 2016

ECLI:IT:CASS:2016:20770PEN

Massima

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Il reato di estorsione aggravata dal metodo mafioso richiede la prova dell'esistenza di un'associazione di tipo mafioso reale e non meramente ipotetica, nonché della finalità di agevolare l'attività di tale associazione. La mera minaccia, anche se proferita in modo da evocare il riferimento alla criminalità organizzata, non è sufficiente a integrare l'aggravante, essendo necessario che il giudice dimostri in modo specifico e puntuale l'effettiva sussistenza degli elementi costitutivi del reato aggravato. Inoltre, la valutazione delle risultanze probatorie e la ricostruzione dei fatti è riservata in via esclusiva al giudice di merito, senza che la Corte di Cassazione possa sostituire la propria valutazione a quella effettuata dai giudici di appello, salvo i casi di macroscopica illogicità o travisamento della prova, debitamente evidenziati nel ricorso. Infine, la concessione di attenuanti generiche equivalenti all'aggravante, con conseguente riduzione della pena, non è in contrasto con la ritenuta sussistenza dell'aggravante del metodo mafioso, rientrando tale valutazione nel potere discrezionale del giudice di merito.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SECONDA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. PRESTIPINO Antonio - Presidente

Dott. TADDEI Margherita - rel. Consigliere

Dott. VERGA Giovanna - Consigliere

Dott. CARELLI Roberto - Consigliere

Dott. AIELLI Lucia - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS), nato il (OMISSIS);
(OMISSIS) nato il (OMISSIS);
avverso la sentenza n. 972/2002 della Corte d'appello di Salerno, del 16.12.2013;
visti gli atti, il provvedimento impugnato ed il ricorso;
udita la relazione svolta dal Consigliere Dott. TADDEI Margherita B.;
udito il Pubblico Ministero in persona del Sostituto Procuratore Generale, Dott. BIRRITTERI Luigi.
MOTIVI DELLA DECISIONE
1. Con la sentenza indicata in epigrafe, la Corte di appello di Salerno confermava la sentenza…

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