Il Tribunale Amministrativo Regionale, nell'esaminare il ricorso proposto dall'impresa Mi. Geom. Se. Srl avverso la deliberazione della Giunta Regionale di approvazione del nuovo Piano Cave della Provincia di Bergamo, ha affermato il seguente principio di diritto: Nell'ambito della potestà pianificatoria in materia di attività estrattive, l'autorità competente è tenuta a motivare in modo congruo e puntuale le determinazioni di diniego rispetto alle proposte di ampliamento di ambiti territoriali estrattivi (ATE) già esistenti, presentate dai soggetti economici interessati. Tale obbligo di motivazione è imposto dalla legge regionale n. 14/1998, che prevede che nella formazione dei Piani Cave le Province debbano preliminarmente tener conto delle situazioni di attività già esistenti, privilegiando l'espansione di aree già dedicate all'escavazione rispetto all'apertura di nuovi siti. Pertanto, la decisione di non accogliere la richiesta di ampliamento di un ATE già operativo, avanzata da un'impresa che ne dimostri la necessità per il proprio fabbisogno produttivo, deve essere sorretta da una adeguata e convincente motivazione, che dia conto delle ragioni per le quali sono stati ritenuti prevalenti gli interessi pubblici contrapposti. In assenza di una siffatta motivazione, che nel caso di specie non è stata fornita, il provvedimento di diniego risulta viziato da difetto di motivazione e da eccesso di potere per illogicità, in violazione dei principi di imparzialità e buon andamento dell'azione amministrativa.