Cassazione penale Sez. VI sentenza n. 22877 del 23 maggio 2019

ECLI:IT:CASS:2019:22877PEN

Massima

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Il pubblico ufficiale che, abusando della propria posizione di autorità, induce un soggetto in condizione di soggezione a dargli o promettergli denaro o altra utilità, al fine di ritardare l'esecuzione di un provvedimento giudiziario, commette il reato di induzione indebita a dare o promettere utilità, e non il reato di concussione. Ciò in quanto, pur essendo presente una situazione di asimmetria tra le parti, l'accordo corruttivo si realizza attraverso la libera e consapevole adesione del privato, il quale accetta di versare somme di denaro per ottenere un trattamento di favore, senza subire alcuna forma di costrizione o intimidazione da parte del pubblico ufficiale. La condotta del pubblico ufficiale, pertanto, si differenzia dalle fattispecie corruttive in cui vi è una "par conditio contractualis" tra le parti, in quanto essa si caratterizza per l'abuso della propria posizione di preminenza al fine di indurre il privato, in posizione di soggezione, a dare o promettere l'utilità. Ciò comporta una diversa qualificazione giuridica del fatto e una conseguente graduazione della pena, che deve tenere conto della disparità oggettiva e soggettiva tra le condotte del pubblico ufficiale e del privato, nonché della maggiore responsabilità del primo in ragione del suo ruolo istituzionale e dei doveri di imparzialità e correttezza che su di lui gravano.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SESTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. FIDELBO Giorgio - Presidente

Dott. APRILE Ercole - Consigliere

Dott. DE AMICIS Gaetano - rel. Consigliere

Dott. AMOROSO Giovanni - Consigliere

Dott. ROSATI Martino - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS), nato a (OMISSIS);
avverso la sentenza del 31/05/2016 della CORTE APPELLO di BRESCIA;
visti gli atti, il provvedimento impugnato e il ricorso;
udita la relazione svolta dal Consigliere Dr. GAETANO DE AMICIS;
udito il Pubblico Ministero, in persona del Sostituto Procuratore Dr. ORSI LUIGI, che ha concluso per l'inammissibilita' del ricorso.
RITENUTO IN FATTO
1. Con sentenza del 31 maggio 2016 la Corte d'appello di Brescia ha p…

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