Cassazione penale Sez. IV sentenza n. 31411 del 23 giugno 2017

ECLI:IT:CASS:2017:31411PEN

Massima

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La desistenza volontaria dal tentativo di reato si configura quando l'agente, pur avendo già posto in essere atti idonei e diretti in modo non equivoco a commettere il reato, interrompe volontariamente l'azione criminosa prima che si verifichi l'evento tipico. Affinché la desistenza sia considerata volontaria, non è necessario che essa sia spontanea, essendo sufficiente che l'agente abbia liberamente scelto di interrompere l'azione, anche se tale scelta sia stata determinata da ragioni utilitaristiche o dalla presa di coscienza degli svantaggi derivanti dal proseguimento dell'attività delittuosa. Ciò che rileva è che la decisione di desistere non sia stata imposta da fattori esterni che rendessero estremamente difficoltosa o rischiosa la prosecuzione dell'azione criminosa. La valutazione sulla volontarietà della desistenza è rimessa al giudice di merito, il quale deve dare conto delle circostanze che lo inducono a ritenere che la scelta dell'agente di interrompere l'azione sia stata operata in assenza di ragioni tali da rendere tale scelta obbligata. Pertanto, nel caso in cui l'agente, pur avendo già realizzato la condotta tipica del reato tentato, decida volontariamente di interrompere l'azione criminosa prima del verificarsi dell'evento, il fatto non è punibile ai sensi dell'art. 56, comma 3, c.p.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUARTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. BLAIOTTA ((omissis)) - Presidente

Dott. SAVINO ((omissis)) - Consigliere

Dott. DOVERE Salvatore - rel. Consigliere

Dott. GIANNITI Pasquale - Consigliere

Dott. TANGA ((omissis)) - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS), (ALIAS) N. IL (OMISSIS);
avverso la sentenza n. 279/2016 CORTE APPELLO di BRESCIA, del 16/03/2016;
visti gli atti, la sentenza e il ricorso;
udita in PUBBLICA UDIENZA del 07/03/2017 la relazione fatta dal Consigliere Dott. SALVATORE DOVERE;
Udito il Procuratore Generale in persona del Dott. ((omissis)), che ha concluso per l'inammissibilita' del ricorso.
RITENUTO IN FATTO
1. (OMISSIS) ricorre avverso la sentenza di cui in epigrafe che, confermando quella di…

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