Cassazione penale Sez. I sentenza n. 19717 del 8 maggio 2013

ECLI:IT:CASS:2013:19717PEN

Massima

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Il possesso di un coltello fuori dalla propria abitazione integra il reato di porto di armi od oggetti atti ad offendere, ai sensi della Legge n. 110 del 1975, art. 4, salvo che l'imputato non dimostri l'esistenza di un giustificato motivo. L'onere di provare tale giustificato motivo grava sull'imputato, il quale deve fornire elementi concreti e specifici a tal fine, non essendo sufficiente una mera ipotesi astratta o generica. La mera circostanza che il coltello si trovi in un veicolo di proprietà del datore di lavoro non esclude la responsabilità dell'imputato, essendo rilevante il possesso materiale dell'arma, a prescindere dalla proprietà della stessa. La motivazione della sentenza che si limiti a rilevare l'assenza di giustificazioni fornite dall'imputato è immune da vizi, in quanto la Corte ha correttamente escluso la sussistenza di un giustificato motivo sulla base delle emergenze processuali.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE PRIMA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. SIOTTO ((omissis)) - Presidente

Dott. ROMBOLA' Marcello - Consigliere

Dott. CASSANO Margherita - Consigliere

Dott. ROCCHI Giacomo - rel. Consigliere

Dott. SANTALUCIA Giuseppe - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

(OMISSIS) N. IL (OMISSIS);

avverso la sentenza n. 2596/2011 CORTE APPELLO di TORINO, del 28/11/2011;

visti gli atti, la sentenza e il ricorso;

udita in PUBBLICA UDIENZA del 13/03/2013 la relazione fatta dal Consigliere Dott. GIACOMO ROCCHI;

Udito il Procuratore Generale in persona del Dott. D'ANGELO Giovanni che ha concluso per il rigetto del ricorso.

RITENUTO IN FATTO

1. La Corte d'appello di Torino, con sentenza del 28/11/20…

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