Cassazione penale Sez. V sentenza n. 3110 del 21 gennaio 2008

ECLI:IT:CASS:2008:3110PEN

Massima

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La diffamazione commessa in risposta a un precedente attacco ingiusto non è scriminata dall'esimente della provocazione, quando l'attacco ingiusto sia stato determinato dal precedente comportamento illecito dello stesso soggetto che ha reagito con la diffamazione. Affinché possa trovare applicazione la scriminante della provocazione, è necessario che il fatto ingiusto che ha determinato lo stato d'ira dell'agente non sia stato causato dal suo stesso precedente comportamento illecito. La valutazione del carattere ingiusto del fatto che ha provocato la reazione diffamatoria deve tenere conto non solo della sua oggettiva illiceità giuridica, ma anche delle modalità sconvenienti con cui è stato posto in essere e delle ragioni che lo hanno determinato, in modo da accertare se esso abbia effettivamente la potenzialità di suscitare un giustificato turbamento nell'animo dell'agente.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. PIZZUTI Giuseppe - Presidente

Dott. COLONNESE Andrea - Consigliere

Dott. MARASCA Gennaro - Consigliere

Dott. DI TOMASSI M. Stefania - Consigliere

Dott. BRUNO Paolo Antonio - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

1) SA. FR. N. IL (OMESSO);

avverso SENTENZA del 20/06/2006 CORTE APPELLO di PERUGIA;

visti gli atti, la sentenza ed il ricorso;

udita in PUBBLICA UDIENZA la relazione fatta dal Consigliere Dott. COLONNESE ANDREA;

Udito il Procuratore Generale in persona del Dott. D'ANGELO Giovanni che ha concluso per il rigetto del ricorso.

OSSERVA

La Corte d'appello di Perugia con sentenza 20.6. 2006 confermava la decisione del tribunale di Perugia …

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