Il mendacio consapevole circa il possesso dei requisiti richiesti per partecipare a una gara d'appalto, anche se facilmente accertabile, integra il delitto di truffa, essendo sufficiente l'induzione in errore della stazione appaltante, a prescindere dall'effettivo danno patrimoniale o dall'ingiusto profitto conseguito. Inoltre, la falsa attestazione relativa all'assenza di cause di esclusione dalla gara, resa ai sensi del D.Lgs. n. 445/2000, costituisce il reato di falso ideologico commesso dal privato in atto pubblico, a prescindere dall'oggettiva idoneità probatoria della dichiarazione, essendo sufficiente che essa sia diretta a comprovare stati, qualità personali e fatti indicati dalla legge. Il danno nel reato di truffa può consistere anche nel mero fatto di aver concluso un contratto che, in assenza dell'altrui artificio o raggiro, non sarebbe stato stipulato, indipendentemente dall'esistenza di uno squilibrio oggettivo delle prestazioni, potendo essere leso anche l'interesse di soggetti diversi dal diretto destinatario dell'induzione in errore.