Cassazione penale Sez. II sentenza n. 38619 del 22 settembre 2014

ECLI:IT:CASS:2014:38619PEN

Massima

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Il pericolo concreto di reiterazione della condotta criminosa, quale esigenza cautelare prevista dall'art. 274 lett. c) c.p.p., può essere desunto non solo dalla personalità dell'imputato, ma anche dalle specifiche modalità e circostanze del fatto, quali la sistematica e disinvolta ripetizione della condotta delittuosa, attuata con capacità organizzativa e di preordinazione, nonché dalla particolare gravità dei reati contestati. La valutazione di tale pericolo deve essere effettuata in modo globale, prendendo in considerazione entrambi i criteri direttivi indicati dalla norma, indipendentemente dallo stato di incensuratezza o meno dell'indagato. Pertanto, la misura cautelare più adeguata, in presenza di tali elementi, può essere individuata nella custodia in carcere, quale unica misura idonea a scongiurare il concreto pericolo di reiterazione della condotta criminosa.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SECONDA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. CASUCCI Giuliano - Presidente

Dott. CAMMINO Matilde - Consigliere

Dott. TADDEI Margherita - Consigliere

Dott. PELLEGRINO Andrea - Consigliere

Dott. ALMA ((omissis)) - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

(OMISSIS) n. (OMISSIS);

avverso l' ordinanza emessa il 14 marzo 2014 dal Tribunale di Palermo;

Visti gli atti, il provvedimento impugnato e il ricorso;

udita la relazione svolta dal Consigliere Dott. ((omissis));

udita la requisitoria del pubblico ministero, sost. proc. gen. Dott. CEDRANGOLO Oscar, che ha chiesto la dichiarazione di inammissibilita' del ricorso;

osserva:

CONSIDERATO IN FATTO

1. Con ordinanza in data 14 marzo 2014 i…

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