Il Tribunale Amministrativo Regionale, nell'esaminare il ricorso avverso il diniego di permesso di costruire, afferma che il provvedimento impugnato è legittimo e immune dalle censure di illegittimità sollevate dal ricorrente. In particolare, il Tribunale chiarisce che: 1. Il preavviso di rigetto ex art. 10-bis e il successivo provvedimento di diniego hanno correttamente specificato i motivi ostativi al rilascio del permesso di costruire, già palesati nel precedente provvedimento annullato in autotutela. Pertanto, non sussiste alcuna violazione del principio di corrispondenza tra il preavviso e il provvedimento finale. 2. Il mero decorso del termine di cui all'art. 20 del D.P.R. 380/2001, in assenza dei requisiti e presupposti richiesti per il rilascio del titolo abilitativo, non rende illegittimo il provvedimento di diniego. 3. Il calcolo dei volumi, con l'esclusione di androni, corridoi di disimpegno e vani scala, come volumi tecnici, è conforme ai principi giurisprudenziali consolidati, che individuano i volumi tecnici in base a criteri di strumentalità necessaria, impossibilità di soluzioni progettuali diverse e proporzionalità rispetto alle esigenze edilizie. 4. Ai fini della verifica della capacità edificatoria residua di un'area, occorre considerare non solo la superficie libera, ma anche la cubatura del fabbricato preesistente, al fine di garantire che l'insediamento di nuovo volume sia effettivamente consentito dalla normativa urbanistica vigente. Pertanto, il Tribunale respinge il ricorso, ritenendo il provvedimento di diniego legittimo e conforme alla normativa urbanistica ed edilizia applicabile.