La reazione offensiva di un soggetto, consistente in condotte di ingiuria o diffamazione, può essere esclusa dalla punibilità ai sensi dell'art. 599 c.p. (esimente della provocazione) anche quando il fatto ingiusto altrui che l'ha determinata sia stato soltanto supposto in modo putativo dall'agente, purché tale supposizione non risulti del tutto arbitraria o irragionevole. In tal caso, trova applicazione l'art. 59, comma 4, c.p., che consente di escludere la punibilità quando l'agente abbia errato nel ritenere sussistenti le condizioni di applicabilità di una causa di giustificazione. Pertanto, ai fini dell'applicabilità dell'esimente della provocazione, non è necessario che il fatto ingiusto altrui sia stato effettivamente commesso, essendo sufficiente che l'agente lo abbia ritenuto in buona fede, sulla base di elementi concreti, anche se tale ritenuta si sia poi rivelata erronea. Il giudice è tenuto a valutare la sussistenza di tale requisito putativo, senza limitarsi all'accertamento della effettiva commissione del fatto ingiusto da parte del soggetto offeso.