Cassazione penale Sez. III sentenza n. 15451 del 6 aprile 2018

ECLI:IT:CASS:2018:15451PEN

Massima

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Il giudizio di gravità indiziaria, ai fini dell'applicazione di una misura cautelare personale, non richiede lo stesso grado di precisione e concordanza degli indizi necessario per il giudizio di colpevolezza nel merito, essendo sufficiente l'emersione di qualunque elemento probatorio idoneo a fondare un giudizio di qualificata probabilità sulla responsabilità dell'indagato. Il sindacato di legittimità della Corte di Cassazione è limitato al controllo della logicità e congruenza della motivazione del provvedimento impugnato, senza poter procedere a una nuova valutazione degli elementi di fatto. La sussistenza dei gravi indizi di colpevolezza può essere desunta da una valutazione complessiva degli elementi probatori, tra cui le dichiarazioni dei collaboratori di giustizia e le risultanze delle intercettazioni, anche se riferite a condotte illecite pregresse, purché idonee a delineare il ruolo dell'indagato nel contesto delinquenziale. Inoltre, per i reati di cui al D.P.R. n. 309/1990, art. 74, vige una presunzione relativa di sussistenza delle esigenze cautelari e dell'adeguatezza della misura della custodia cautelare in carcere, che può essere superata solo in presenza di elementi idonei a dimostrarne l'insussistenza.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE TERZA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. SAVANI Piero - Presidente

Dott. ROSI Elisabetta - Consigliere

Dott. SOCCI ((omissis)) - Consigliere

Dott. CERRONI Claudio - Consigliere

Dott. ZUNICA Fabio - rel. Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS), nato a (OMISSIS);
avverso l'ordinanza del 29/06/2017 del Tribunale di Catanzaro;
visti gli atti, il provvedimento impugnato e il ricorso;
udita la relazione svolta dal Consigliere Dott. ZUNICA Fabio;
udito il Pubblico Ministero, in persona del Sostituto Procuratore Generale Dott. DI LEO Giovanni, che ha concluso per il rigetto del ricorso;
udito per il ricorrente l'avvocato (OMISSIS), che ha concluso per l'accoglimento del ricorso.
RITENUTO IN FATTO
1. Con ordinanza …

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