Cassazione penale Sez. II sentenza n. 5490 del 10 febbraio 2016

ECLI:IT:CASS:2016:5490PEN

Massima

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Il reato di associazione di tipo mafioso (art. 416-bis c.p.) comporta l'applicazione obbligatoria della misura cautelare della custodia in carcere, salvo che non siano acquisiti elementi dai quali risulti l'insussistenza di esigenze cautelari. La valutazione circa la possibilità di applicare misure cautelari diverse dalla custodia in carcere, come gli arresti domiciliari, è preclusa per tale fattispecie delittuosa, in ragione della particolare gravità e pericolosità sociale del reato, a differenza di quanto previsto per altre categorie di reati. Pertanto, la custodia in carcere rappresenta la regola per gli imputati di associazione mafiosa, potendo essere sostituita solo in presenza di elementi che escludano l'esistenza di esigenze cautelari, senza che il giudice possa valutare l'idoneità di misure meno afflittive, come gli arresti domiciliari, a soddisfare le esigenze cautelari. Tale disciplina normativa, introdotta dalla Legge n. 47 del 2015, mira a rafforzare il contrasto al crimine organizzato di tipo mafioso, considerato una minaccia particolarmente grave per l'ordine pubblico e la sicurezza collettiva. La valutazione del giudice, pertanto, deve concentrarsi sull'accertamento dell'effettiva sussistenza o meno di esigenze cautelari, senza possibilità di bilanciamento con altri interessi, in ragione della preminente esigenza di tutela della collettività dal pericolo rappresentato da tale forma di criminalità.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SECONDA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. GALLO Domenico - Presidente

Dott. IMPERIALI Luciano - Consigliere

Dott. ALMA ((omissis)) - rel. Consigliere

Dott. PARDO Ignazio - Consigliere

Dott. SGADARI Giuseppe - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS), nato a (OMISSIS);
avverso la ordinanza n. 4880/2015 in data 2/10/2015 del Tribunale di Napoli in funzione di giudice del riesame;
visti gli atti, l'ordinanza e il ricorso;
udita la relazione svolta dal Consigliere Dr. ALMA ((omissis))ia;
udito il Pubblico Ministero, in persona del Sostituto Procuratore Generale Dott. GIALANELLA Antonio che ha concluso chiedendo il rigetto del ricorso.
RITENUTO IN FATTO
Con ordinanza in data 2/10/2015, a seguito di giudizio di appello ex ar…

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