Cassazione penale Sez. V sentenza n. 35300 del 21 settembre 2022

ECLI:IT:CASS:2022:35300PEN

Massima

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Il divieto di applicazione della custodia cautelare in carcere previsto dall'art. 275, comma 2-bis, c.p.p., nel caso in cui il giudice ritenga che all'esito del giudizio non sarà irrogata una pena detentiva superiore a tre anni, non impedisce l'adozione di tale misura cautelare più grave qualora ogni altra misura meno afflittiva si riveli inadeguata a soddisfare le esigenze cautelari, come la concreta pericolosità sociale dell'indagato e l'impossibilità di applicare gli arresti domiciliari. Il giudice, pertanto, può derogare al divieto di cui all'art. 275, comma 2-bis, c.p.p. e disporre la custodia cautelare in carcere, motivando adeguatamente sulla sussistenza di tali presupposti, anche quando la prognosi sulla pena irrogabile sia compatibile con l'applicazione di una misura cautelare non custodiale.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. MICCOLI Grazia - Presidente

Dott. ((omissis)) - rel. Consigliere

Dott. BELMONTE ((omissis)) - Consigliere

Dott. CUOCO Michele - Consigliere

Dott. MAURO Anna - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS), nato in (OMISSIS);
avverso l'ordinanza del 16/2/2022 del Tribunale di Milano;
visti gli atti, il provvedimento impugnato ed il ricorso;
udita la relazione svolta dal Consigliere Dott. ((omissis));
lette le conclusioni del Pubblico Ministero in persona del Sostituto Procuratore generale Dott. ((omissis)), il quale ha richiesto dichiararsi l'inammissibilita' del ricorso.
RITENUTO IN FATTO
1. Con l'ordinanza impugnata il Tribunale di Milano, accogliendo l'appello p…

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