Il Consiglio di Stato, in sede giurisdizionale, ha stabilito che: 1. L'autorizzazione paesaggistica ex artt. 146 e 159 del d.lgs. n. 42/2004 non può essere sostituita dal parere favorevole della Commissione edilizia integrata né dalla convenzione urbanistica integrativa, in quanto tali atti hanno natura e finalità diverse dall'autorizzazione paesaggistica, la quale ha carattere tipico e autonomo per procedimento, forma e competenza. 2. Il Comune può negare in via diretta l'accertamento di compatibilità paesaggistica ex art. 167, comma 4, lett. a) del d.lgs. n. 42/2004, senza necessità di trasmettere la domanda alla Soprintendenza, quando accerti in modo immediato e palese che le opere realizzate, anche al rustico, determinano un aumento di superfici utili o di volumi, in quanto tale verifica attiene a profili urbanistico-edilizi di competenza comunale e non richiede valutazioni di merito riservate all'organo statale. 3. La disciplina di cui all'art. 167, comma 4, lett. a) del d.lgs. n. 42/2004, che esclude la possibilità di rilascio dell'autorizzazione paesaggistica in sanatoria per gli interventi comportanti incremento di superfici e volumi, non è costituzionalmente illegittima, in quanto risponde a una scelta ragionevole e proporzionata del legislatore di tutelare in modo rigoroso il paesaggio, bene costituzionalmente protetto.