Il provvedimento amministrativo di trasferimento di un pubblico dipendente deve essere adeguatamente motivato, con riferimento alle specifiche esigenze di servizio che lo giustificano, nonché alle condizioni personali e familiari dell'interessato, in particolare quando questi sia affetto da patologie o abbia familiari in condizioni di disagio. L'amministrazione, pur essendo titolare di un ampio potere discrezionale in materia di mobilità del personale, è tenuta a bilanciare le proprie esigenze organizzative con la tutela della sfera personale e familiare del dipendente, motivando in modo chiaro e puntuale le ragioni che giustificano il trasferimento, anche a seguito dell'annullamento giurisdizionale di un precedente provvedimento per difetto di motivazione. Il mancato adeguato bilanciamento di tali interessi contrapposti e la conseguente carenza motivazionale del provvedimento di trasferimento comportano l'illegittimità dello stesso, che deve essere annullato dal giudice amministrativo. L'amministrazione, in sede di riadozione del provvedimento a seguito dell'annullamento giurisdizionale, è tenuta a rinnovare integralmente l'istruttoria e la motivazione, senza poter semplicemente riprodurre i medesimi effetti del precedente atto annullato.