Il divieto di edificazione nella fascia di rispetto di 150 metri dalla battigia, sancito dall'art. 15 della legge regionale siciliana n. 78 del 1976, ha efficacia diretta ed immediata non solo nei confronti delle amministrazioni comunali in sede di formazione degli strumenti urbanistici, ma anche nei confronti dei privati che intendano procedere a lavori di costruzione entro tale fascia. Tale divieto, in base alle successive leggi regionali n. 15 del 1991 e n. 17 del 1994, prevale sulle disposizioni degli strumenti urbanistici generali e dei regolamenti edilizi, costituendo un limite inderogabile all'attività edificatoria privata. La giurisprudenza amministrativa ha ormai consolidato tale interpretazione, superando i precedenti contrasti giurisprudenziali sulla portata precettiva della norma, riconoscendone la natura di interpretazione autentica e la conseguente efficacia retroattiva. Pertanto, il diniego di sanatoria e gli altri provvedimenti adottati dalla pubblica amministrazione per la demolizione di opere edilizie realizzate in violazione di tale divieto sono legittimi, in quanto l'amministrazione è tenuta a far rispettare il divieto di edificazione nella fascia di rispetto costiera, a prescindere dalla previa recepimento dello stesso negli strumenti urbanistici comunali.