Consiglio di Stato sentenza n. 1925 del 2024

ECLI:IT:CDS:2024:1925SENT

Massima

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Il provvedimento interdittivo antimafia può essere legittimamente adottato dalla Prefettura sulla base di un quadro indiziario grave, preciso e concordante, idoneo a far ritenere, secondo il criterio del "più probabile che non", l'esistenza di un concreto pericolo di infiltrazione e condizionamento mafioso dell'impresa, anche in assenza di una prova diretta dell'effettiva contaminazione. A tal fine, assumono rilievo non solo i precedenti penali e di polizia del titolare o di soggetti ad esso legati da vincoli familiari o societari, ma anche la sussistenza di stretti rapporti personali, economici e negoziali tra l'impresa e soggetti contigui alla criminalità organizzata, i quali, per la loro intensità e pervasività, possono far presumere una commistione delle attività imprenditoriali con gli interessi della consorteria criminale, tale da rendere l'impresa permeabile al condizionamento mafioso. Il giudice amministrativo, nel sindacare la legittimità dell'interdittiva, non può sostituire la propria valutazione a quella dell'autorità prefettizia, ma deve limitarsi a verificare la ragionevolezza e proporzionalità della prognosi inferenziale compiuta dall'Amministrazione sulla base del compendio indiziario, senza che assuma rilievo, ai fini della legittimità del provvedimento, l'eventuale successiva pronuncia assolutoria in sede penale, atteso che il giudizio di pericolosità sociale deve essere ancorato al momento dell'adozione dell'atto amministrativo, secondo il principio tempus regit actum.

Sentenza completa

Pubblicato il 27/02/2024

N. 01925/2024REG.PROV.COLL.

N. 07921/2023 REG.RIC.

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

Il Consiglio di Stato

in sede giurisdizionale (Sezione Terza)

ha pronunciato la presente

SENTENZA

sul ricorso numero di registro generale 7921 del 2023, proposto da -OMISSIS-, in persona del legale rappresentante
pro tempore
, rappresentata e difesa dagli avvocati ((omissis)) e ((omissis)), con domicilio digitale come da PEC da Registri di Giustizia,

contro

il Ministero dell’Interno, in persona del Ministro
pro tempore
, rappresentato e difeso dall’Avvocatura Generale dello Stato, domiciliataria
ex lege
in Roma, via dei Portoghesi, 12,

per la riforma

della sentenza del Tribunale Amministrativo Regionale per la Lombardia, sezione staccata di Brescia (Sezione Prima) -OMISSIS-, resa tra le parti, sul ricorso per l’annull…

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