Cassazione penale Sez. II sentenza n. 32579 del 1 settembre 2010

ECLI:IT:CASS:2010:32579PEN

Massima

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Il dolo nel reato di lesioni personali non può essere automaticamente desunto dalla mera partecipazione dell'imputato a una condotta violenta, essendo necessaria una specifica valutazione della sua effettiva volontà di cagionare l'evento lesivo, anche alla luce di eventuali condizioni psichiche che possano aver inciso sulla sua capacità di intendere e di volere. Pertanto, il giudice di merito deve motivare in modo congruo e logico l'attribuzione del dolo all'imputato, senza poter prescindere dall'esame complessivo della dinamica fattuale e delle risultanze probatorie, le quali possono anche giustificare una diversa qualificazione giuridica del fatto, come lesioni colpose. Inoltre, il riconoscimento di un vizio parziale di mente in capo all'imputato, accertato in altri procedimenti per fatti precedenti, non può essere automaticamente esteso ai reati oggetto del presente giudizio, essendo necessaria una specifica valutazione della sua incidenza sulla capacità di intendere e di volere in relazione ai fatti in esame, senza che possa assumere rilievo determinante il solo dato temporale della commissione dei reati.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SECONDA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. ESPOSITO Antonio - Presidente

Dott. FIANDANESE Franco - Consigliere

Dott. GALLO Domenico - Consigliere

Dott. TADDEI Margherita - Consigliere

Dott. RAGO Geppino - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

difesa di Di. Fi. Lu. (n. il (OMESSO));

avverso la sentenza della Corte d'appello Torino, in data 18.05.2009;

Sentita la relazione della causa fatta dal Consigliere Dr. TADDEI Margherita;

Udita la requisitoria del Sostituto Procuratore Generale Dr. Giovanni D'Angelo, il quale ha concluso chiedendo il rigetto del ricorso;

Sentito il difensore avv. Ramondini Gian Mario che ha chiesto l'accoglimento del ricorso;

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