Cassazione penale Sez. VI sentenza n. 6337 del 30 maggio 1994

ECLI:IT:CASS:1994:6337PEN

Massima

Massima ufficiale
L' art. 20 della legge 28 febbraio 1985, n. 47, comprende tre ipotesi di reato urbanistico con pene edittali progressivamente più gravi in rapporto all'offensività della condotta illecita. La fattispecie di cui alla lettera c), a differenza di quella prevista dalla lettera b), si riferisce agli "abusi urbanistici" commessi in zone "sottoposte a vincolo storico, artistico, archeologico, paesistico ambientale", nonché alla "lottizzazione abusiva di terreni a scopo edilizio", mentre la fattispecie di cui alla lettera b) ha una portata residuale, concernendo gli abusi urbanistici commessi al di fuori dei casi sopra ricordati. Come, peraltro, lascia ben intendere l'inclusione anche del reato di lottizzazione abusiva, la previsione dell'art. 20, lettera c), la cui pena edittale viene autonomamente stabilita, si caratterizza per un'elevata potenzialità offensiva della condotta con riguardo al valore urbanistico-culturale tutelato, senza limitarsi a richiamare elementi oggettivi e soggettivi ulteriori rispetto a quello sussunto sotto la lettera precedente. L'interesse protetto dalla lettera c) ha, dunque, ad un tempo, una natura urbanistica e culturale-ambientale, identificando, nella pienezza dei suoi attributi, l'oggetto sul quale va ad incidere la condotta trasgressiva, cioè il luogo di vita, di lavoro e di benessere psichico e fisico della collettività, vale a dire, l'"habitat", con riguardo alla complessa personalità dell'abitante, secondo una ampiezza di concezione che corrisponde al contenuto prescrittivo degli strumenti urbanistici e che risulta confermata anche da quello strumento urbanistico di tutela ambientale previsto dalla legge 8 agosto 1985, n. 431. Conseguentemente, non è dato sostenere un rapporto di specialità tra le due fattispecie ovvero assumere che l'ipotesi prevista dall'art. 20, lettera c), sia una sottofattispecie aggravata del reato di cui alla lettera b) dello stesso articolo.

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