Cassazione penale Sez. II sentenza n. 31637 del 9 agosto 2011

ECLI:IT:CASS:2011:31637PEN

Massima

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Il giudice, nel valutare l'adeguatezza della misura cautelare, deve operare un bilanciamento tra l'esigenza di tutela della collettività dalla reiterazione del reato e il principio di proporzionalità della misura, tenendo conto della gravità della condotta, dell'intensità del dolo e della concreta idoneità della misura a scongiurare il pericolo di recidiva, anche in relazione alle specifiche modalità di commissione del fatto. Ove il reato si sia consumato nell'ambito di un rapporto di lavoro presso una pubblica amministrazione, la misura interdittiva dal servizio può risultare idonea a prevenire la reiterazione del reato, senza necessità di disporre una misura cautelare personale più afflittiva, come gli arresti domiciliari, qualora il giudice ritenga che la recisione del rapporto di lavoro sia sufficiente a neutralizzare il pericolo di reiterazione.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SECONDA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. COSENTINO ((omissis)) - Presidente

Dott. FIANDANESE Franco - Consigliere

Dott. GALLO Domenico - Consigliere

Dott. RAGO Geppino - Consigliere

Dott. D'ARRIGO Cosimo - rel. Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

pubblico ministero presso il Tribunale di Brindisi;

avverso l'ordinanza del Tribunale del riesame di Lecce del 14 dicembre 2010, n. 978 e nei confronti di:

- Gu. Co. , nato a (OMESSO).

Sentita la relazione svolta, in camera di consiglio, dal consigliere dott. ((omissis));

lette le note difensive depositate dalla difesa dell'indagato;

udita la relazione del Sostituto Procuratore Generale, …

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