Cassazione penale Sez. II sentenza n. 23737 del 13 giugno 2024

ECLI:IT:CASS:2024:23737PEN

Massima

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Il metodo mafioso nell'estorsione si configura quando l'autore del reato utilizza concretamente la forza di intimidazione del vincolo associativo e le condizioni di assoggettamento e di omertà che ne derivano per realizzare la propria condotta criminosa, anche attraverso il riferimento esplicito o implicito all'appartenenza a un'organizzazione mafiosa e alla possibilità di avvalersi della sua forza di intimidazione. Ciò non richiede necessariamente che l'autore del reato sia formalmente affiliato all'associazione mafiosa, essendo sufficiente il mero collegamento con contesti di criminalità organizzata e la caratura mafiosa degli autori del fatto, purché tale collegamento sia effettivamente sfruttato per incutere timore nella vittima. Lo stato di bisogno della persona offesa dal reato di usura può essere provato anche in base alla sola entità degli interessi pattuiti, qualora questi siano talmente elevati da far presumere ragionevolmente che solo un soggetto in condizioni di difficoltà economica possa accettare condizioni così onerose. La continuazione tra più episodi di estorsione è configurabile quando le plurime condotte intimidatorie, pur realizzate attraverso atti distinti, siano espressione di un'unica e ininterrotta determinazione criminosa finalizzata al conseguimento del medesimo scopo, senza che sia necessaria la prova di una formale interruzione della volontà dell'agente.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SECONDA PENALE

Composta da:

Dott. BELTRANI Sergio - Presidente

Dott. AGOSTINACCHIO Luigi - Consigliere

Dott. D'AURIA Donato - Consigliere

Dott. SARACO Antonio - Consigliere

Dott. MARRA Giuseppe - Relatore

ha pronunciato la seguente

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
Ma.To., nato a F il (omissis);
avverso la sentenza del 03/07/2023 della CORTE di APPELLO di BARI;
visti gli atti, il provvedimento impugnato e il ricorso;
udita la relazione svolta dal Consigliere GIUSEPPE MARRA;
udito il Pubblico Ministero, in persona del Sostituto Procuratore FULVIO BALDI che ha concluso chiedendo l'inammissibilità del ricorso con statuizioni consequenziali;
udito il difensore di parte civile, avvocato MO.MA. in difesa di Di.Gi. e della FAI ANTIRACKET E ANTIUSURA di F, di Lu. E Lu.Au. in persona del leg. rapp. p.t. Zi.Al. che si associ…

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