Cassazione penale Sez. III sentenza n. 19019 del 7 maggio 2015

ECLI:IT:CASS:2015:19019PEN

Massima

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Il giudice del dibattimento, rilevata la corrispondenza tra la condotta contestata e il fatto richiamato nell'imputazione, non può disporre la restituzione degli atti al pubblico ministero per una diversa qualificazione giuridica del reato, in quanto ciò determinerebbe un'abnorme regressione del procedimento alla fase antecedente, imponendo al pubblico ministero di procedere nuovamente per il medesimo fatto utilizzando una diversa norma incriminatrice, in violazione dello schema tipico dell'articolo 521 c.p.p., che non prevede tale potere in capo al giudice dibattimentale. La corretta qualificazione giuridica del fatto, anche quando comporti l'applicazione di una diversa norma incriminatrice, rientra nei poteri del giudice del dibattimento, il quale deve pronunciare sentenza, senza poter disporre la restituzione degli atti al pubblico ministero per una diversa contestazione, salvo i casi tassativamente previsti dalla legge.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE TERZA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. FIALE Aldo - Presidente

Dott. ORILIA Lorenzo - Consigliere

Dott. GRAZIOSI Chiara - Consigliere

Dott. PEZZELLA Vincenzo - Consigliere

Dott. SCARCELLA Alessio - rel. Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

Procuratore della Repubblica presso il tribunale di CHIETI;

nel proc. c/:

(OMISSIS), n. (OMISSIS);

(OMISSIS), n. (OMISSIS);

avverso l'ordinanza del Tribunale di CHIETI in data 8/01/2014;

visti gli atti, il provvedimento denunziato e il ricorso;

udita la relazione svolta dal consigliere Dott. SCARCELLA Alessio;

letta la requisitoria scritta del Pubblico Ministero, in persona del Sostituto Procuratore Generale Dott. FRATICELLI M., che ha chies…

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