Cassazione penale Sez. V sentenza n. 21886 del 31 maggio 2024

ECLI:IT:CASS:2024:21886PEN

Massima

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Il reato di atti persecutori (art. 612-bis c.p.) richiede la sussistenza di condotte reiterate di minaccia o molestia da cui derivi per la vittima un perdurante stato di ansia o di paura, ovvero un fondato timore per la propria incolumità o per quella di persone vicine, oppure il mutamento necessitato delle proprie abitudini di vita. Tuttavia, ai fini della configurabilità del reato, è necessario accertare se tali condotte si siano sviluppate in un contesto di reciproca litigiosità, che evoca una posizione di sostanziale parità tra le parti, ovvero se vi sia stata una posizione di ingiustificata predominanza dell'autore delle condotte, tale da consentire di qualificarle come atti di natura persecutoria e le reazioni della vittima come esplicazione di un meccanismo di difesa volto a sopraffare la paura. Pertanto, il giudice è tenuto a una compiuta valutazione di tutti gli elementi fattuali, anche di quelli che possano deporre a favore di una reciproca conflittualità, al fine di verificare se sussista effettivamente la posizione di soggezione e di predominio dell'autore delle condotte, quale presupposto essenziale per la configurabilità del reato di atti persecutori.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta da

Dott. VESSICHELLI Maria - Presidente

Dott. GUARDIANO Alfredo - Consigliere

Dott. ROMANO Michele - Consigliere

Dott. CUOCO Michele - Relatore

Dott. GIORDANO Rosaria - Consigliere

ha pronunciato la seguente

SENTENZA
sul ricorso proposto da
Ig.Ni. nato a P il Omissis;
avverso l'ordinanza del 9 novembre 2023 del Tribunale di Palermo;
visti gli atti, il provvedimento impugnato e il ricorso;
udita la relazione svolta dal consigliere Michele Cuoco;
lette le richieste del Pubblico Ministero, in persona del Sostituto Procuratore generale Perla Lori, che ha concluso per il rigetto del ricorso; letta la memoria depositata il 4 marzo 2024 dall'avv. Al.Ma., nell'interesse del ricorrente, con la quale si insiste per l'accoglimento del ricorso;
RITENUTO IN FATTO
1. Con ordinanza del 9 ottobr…

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