Il Tribunale Amministrativo Regionale, nel decidere il ricorso avverso la delibera comunale di approvazione di una variante al Regolamento Urbanistico Edilizio (RUE) che ampliava gli usi ammessi in una zona produttiva di completamento (ZP3), ha affermato il seguente principio di diritto: La pianificazione urbanistica comunale, nell'individuare le zone destinate ad attività produttive, può prevedere una limitata compresenza di usi diversi da quelli produttivi, purché questi siano funzionali o complementari alle attività economiche insediate e non determinino un rilevante aumento del carico urbanistico. L'ampliamento degli usi ammessi in una zona produttiva, anche se comporta una contrazione degli usi produttivi complementari, non è di per sé illegittimo, purché sia adeguatamente motivato dall'Amministrazione in relazione a finalità di interesse pubblico, come il contrasto al degrado di un'area a seguito della cessazione di attività produttive. L'Amministrazione, nel procedimento di adozione della variante, deve comunque esaminare e motivare le osservazioni presentate dai privati, senza essere vincolata ad accoglierle. La previsione di una deroga ai limiti percentuali degli usi complementari per gli edifici esistenti, al fine di favorirne il riutilizzo, non costituisce un vizio della pianificazione, ma una scelta ragionevole e coerente con le finalità perseguite.