Il reato di uso di atto falso di cui all'art. 469 c.p. si configura quando l'agente utilizza uno strumento, come un timbro, che consente la riproduzione meccanica di un numero indefinito di impronte contraffatte, a differenza del reato di cui all'art. 468 c.p. che richiede l'adozione di strumenti che richiedono un'applicazione particolare e non l'uso meccanico di un unico strumento predisposto. La data di consumazione del reato di uso di atto falso è quella dell'utilizzo dell'atto contraffatto, non quella della sua formazione, sicché l'eccezione di prescrizione fondata su una diversa data di consumazione del reato deve essere adeguatamente motivata e documentata già nel giudizio di merito, non potendo essere sollevata per la prima volta in sede di legittimità. L'accertamento delle concrete modalità di formazione e utilizzo dell'atto falso rientra nella valutazione di merito, preclusa al giudice di legittimità, che può solo verificare la correttezza giuridica della qualificazione del fatto operata dal giudice di merito.