Cassazione penale Sez. V sentenza n. 33873 del 19 luglio 2018

ECLI:IT:CASS:2018:33873PEN

Massima

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Il principio di diritto fondamentale che emerge dalla sentenza può essere così sintetizzato: La legittima difesa, anche nella forma putativa o colposa, non può essere riconosciuta quando le circostanze del fatto, valutate nel loro complesso, escludono che l'agente potesse seriamente temere per la propria incolumità e giustificare, anche per errore, l'uso di una reazione sproporzionata e consapevolmente eccedente i limiti della necessaria difesa. Ciò in quanto l'erronea supposizione dell'esistenza di una causa di giustificazione deve essere necessariamente sorretta da dati di fatto concreti e non può fondarsi solo su stati d'animo soggettivi dell'agente. Inoltre, quando l'agente non agisca con la volontà di difendersi, nella convinzione sia pure erronea di dover agire per scopo difensivo, ma con chiara volontà di portare ad ulteriore effetto la sua reazione, non più giustificata dall'attualità del pericolo, deve rispondere a titolo di dolo del delitto commesso, senza poter invocare l'esimente della legittima difesa neppure sotto l'aspetto dell'eccesso colposo. Infine, la valutazione circa la congruità della sanzione sostitutiva della pena detentiva con la pena pecuniaria, in relazione alla gravità del fatto e all'intensità del dolo, rientra nel potere discrezionale del giudice di merito e non è censurabile in sede di legittimità, se sorretta da adeguata motivazione.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. BRUNO Paolo Antonio - Presidente

Dott. MAZZITELLI Caterina - Consigliere

Dott. MICHELI Paolo - Consigliere

Dott. MOROSINI E. M. - rel. Consigliere

Dott. AMATORE Roberto - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS), nato a (OMISSIS);
avverso la sentenza del 22/06/2017 della CORTE APPELLO di MILANO;
visti gli atti, il provvedimento impugnato e il ricorso;
udita la relazione svolta dal Consigliere Dott.ssa MOROSINI Elisabetta Maria;
udito il Pubblico Ministero, in persona del Sostituto Procuratore Generale Dott.ssa PICARDI Antonietta, che ha concluso chiedendo l'inammissibilita'.
RITENUTO IN FATTO
1. Con la sentenza impugnata la Corte di appello di Milano ha confermato la condan…

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