La realizzazione di un soppalco di dimensioni significative all'interno di un'unità immobiliare, comportante un incremento della superficie calpestabile e del carico urbanistico, configura un intervento di ristrutturazione edilizia che, ai sensi dell'art. 33 del D.P.R. n. 380/2001, necessita del preventivo rilascio del permesso di costruire. In assenza di tale titolo abilitativo, l'Amministrazione è tenuta a disporre la demolizione dell'opera abusiva e il ripristino dello stato dei luoghi, in quanto trattasi di provvedimento vincolato e non necessitante di una specifica motivazione in ordine alla sussistenza di un interesse pubblico concreto ed attuale, atteso che la tutela dell'ordine urbanistico ed edilizio rappresenta un interesse pubblico primario che si impone in re ipsa. Pertanto, la mera presentazione di un'istanza di permesso di costruire in sanatoria ex art. 36 del D.P.R. n. 380/2001, successiva all'adozione del provvedimento sanzionatorio, non è idonea a paralizzarne gli effetti, né a precludere l'esecuzione della demolizione, in quanto la legge espressamente prevede che, decorso il termine di sessanta giorni, la domanda di sanatoria si intende respinta, con onere per il privato di impugnare il provvedimento di rigetto.