Il giudice di merito, nel valutare la capacità di intendere e di volere dell'imputato, svolge un accertamento di fatto la cui motivazione è sindacabile in sede di legittimità solo in presenza di vizi logici o di palese contraddittorietà con il sapere scientifico. L'onere probatorio della capacità di intendere e di volere grava sull'accusa, sicché, in caso di dubbio, deve trovare applicazione il principio del "più probabile che non" a favore dell'imputato. Il giudice di merito, pertanto, può ritenere provato il vizio parziale di mente, ai sensi dell'art. 89 c.p., anche in assenza di una prova certa del vizio totale, purché tale conclusione risulti sorretta da una motivazione immune da vizi logici e conforme ai criteri scientifici di tipo clinico e valutativo. Il terzo estraneo al processo, formalmente proprietario del bene già in sequestro di cui sia stata disposta la confisca con sentenza, deve proporre appello cautelare reale ex art. 322-bis c.p.p. avverso il rigetto dell'istanza di revoca del sequestro, non potendo impugnare la sentenza con ricorso per cassazione.