Il favoreggiamento dell'immigrazione clandestina per fine di profitto costituisce un reato autonomo rispetto all'ipotesi di favoreggiamento senza scopo di lucro, essendo stato introdotto dal legislatore come fattispecie penale distinta e autonomamente sanzionata, con una propria descrizione del precetto e della relativa sanzione, senza alcun rinvio alla precedente ipotesi di reato. Tale autonomia è confermata dalla previsione di specifiche circostanze aggravanti applicabili distintamente alle due ipotesi di reato. Pertanto, nel caso di condanna per il reato di favoreggiamento dell'immigrazione clandestina per fine di profitto, non è possibile procedere al bilanciamento con le circostanze attenuanti generiche, in quanto trattasi di una fattispecie penale autonoma e non di una mera ipotesi aggravata. La prova della responsabilità e della consapevolezza della illiceità della condotta da parte dell'imputato deve essere adeguatamente motivata, non essendo sufficiente un'affermazione apodittica, ma richiedendosi l'indicazione degli elementi fattuali posti a fondamento della decisione.