Il mancato avviso di fissazione dell'udienza di riesame in lingua comprensibile all'indagato alloglotta non comporta la nullità del provvedimento, in quanto tale atto non esplica una funzione informativa sugli addebiti mossi e la sua omessa traduzione non pregiudica il diritto di difesa, essendo garantita la possibilità di richiedere l'assistenza gratuita di un interprete. Ai fini della sussistenza dei gravi indizi di colpevolezza, è sufficiente la puntuale motivazione del giudice di merito in ordine alle dichiarazioni dei testimoni oculari, senza che assuma rilievo decisivo la mancata esplicitazione delle modalità di accertamento della dinamica del fatto da parte del consulente tecnico, potendo tale profilo essere oggetto di ulteriori approfondimenti istruttori. Infine, la motivazione in ordine alla sussistenza delle esigenze cautelari, fondata sulla gravità della condotta e sul pessimo quadro di personalità dell'indagato, risulta adeguata, anche in presenza di elementi che possono deporre in senso contrario, come la mancanza di precedenti e la successiva presentazione alle autorità.