Cassazione penale Sez. VI sentenza n. 43736 del 17 novembre 2009

ECLI:IT:CASS:2009:43736PEN

Massima

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Il pubblico ufficiale che subisce violenza o minaccia durante lo svolgimento della propria attività di controllo e prevenzione può legittimamente reagire con l'esercizio del potere di resistenza, a prescindere dal fatto che la condotta violenta o minacciosa dell'imputato sia intervenuta prima o dopo il compimento dell'atto da parte del pubblico ufficiale. La resistenza a pubblico ufficiale, infatti, è configurabile anche quando la condotta violenta o minacciosa dell'imputato si manifesti durante le fasi di svolgimento dell'attività di controllo e prevenzione del pubblico ufficiale, senza che rilevi il momento esatto in cui tale condotta si sia verificata rispetto al compimento dell'atto da parte del pubblico ufficiale. Ciò in quanto il reato di resistenza a pubblico ufficiale tutela l'autorità e il regolare svolgimento delle funzioni pubbliche, a prescindere dalla puntuale successione temporale tra l'atto del pubblico ufficiale e la reazione violenta o minacciosa dell'imputato. Pertanto, la condotta dell'imputato che oppone violenza o minaccia al pubblico ufficiale durante le fasi di svolgimento della sua attività istituzionale integra il reato di resistenza a pubblico ufficiale, indipendentemente dal fatto che tale condotta sia intervenuta prima o dopo il compimento dell'atto da parte del pubblico ufficiale.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SECONDA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. LATTANZI Giorgio - Presidente

Dott. IPPOLITO Francesco - rel. Consigliere

Dott. COLLA Giorgio - Consigliere

Dott. CONTI Giovanni - Consigliere

Dott. MATERA Lina - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

AD. An. , n. a (OMESSO);

avverso la sentenza della Corte d'appello di Firenze, emessa il 18.6.2007;

- letto il ricorso il provvedimento impugnato;

- udita in pubblica udienza la relazione del cons. Dott. IPPOLITO F.;

- udita la requisitoria del Pubblico Ministero, in persona del sostituto procuratore generale MONETTI V., che ha concluso per il rigetto del ricorso.

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FATTO E DIRITTO

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