Cassazione penale Sez. V sentenza n. 32735 del 2 settembre 2021

ECLI:IT:CASS:2021:32735PEN

Massima

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Il dolo del delitto di atti persecutori (art. 612-bis c.p.) può essere desunto dalla reiterazione di condotte moleste e invasive della sfera personale della vittima, anche in assenza di esplicite minacce o violenze, quando risulti accertata la consapevolezza dell'agente che il suo comportamento fosse sgradito e rifiutato dalla persona offesa. Ciò anche in presenza di atteggiamenti apparentemente comprensivi e compassionevoli di familiari della vittima, qualora le risultanze processuali dimostrino che l'agente abbia comunque agito con la volontà di molestare e provocare uno stato di ansia e paura nella persona offesa, violando gli obblighi imposti da eventuali misure cautelari a suo carico e utilizzando mezzi e profili anonimi per eludere il rifiuto della vittima di essere contattata.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. PEZZULLO Rosa - Presidente

Dott. CATENA Rossella - Consigliere

Dott. TUDINO A. - Consigliere

Dott. MOROSINI Elisabetta - Consigliere

Dott. FRANCOLINI Giovanni - rel. Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS), nato a (OMISSIS);
avverso la sentenza del 10/10/2019 della CORTE DI APPELLO DI FIRENZE;
visti gli atti, il provvedimento impugnato e i ricorsi;
udita la relazione svolta dal Consigliere Dr. FRANCOLINI GIOVANNI;
lette:
- la requisitoria scritta presentata - ex Decreto Legge n. 137 del 2020, articolo 23, comma 8, conv. con modif. dalla L. 18 dicembre 2020, n. 176 - dal Sostituto Procuratore generale della Repubblica presso questa Corte di cassazione Dr. TASSONE KATE, che ha concluso p…

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