Tribunale Amministrativo Regionale Campania - Napoli sentenza n. 5316 del 2015

ECLI:IT:TARNA:2015:5316SENT

Massima

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La misura interdittiva antimafia prevista dagli artt. 91 e ss. del d.lgs. n. 159/2011 (c.d. codice antimafia) rappresenta una misura preventiva volta a colpire l'azione della criminalità organizzata impedendole di avere rapporti contrattuali con la pubblica amministrazione, prescindendo dall'accertamento di singole responsabilità penali nei confronti dei soggetti che, nell'esercizio di attività imprenditoriali, hanno rapporti con la pubblica amministrazione. Essa si fonda sugli accertamenti compiuti dai diversi organi di polizia e analizzati, per la loro rilevanza, dal Prefetto territorialmente competente, la cui valutazione costituisce espressione di ampia discrezionalità che può essere assoggettata al sindacato del giudice amministrativo solo sotto il profilo della sua logicità, in relazione alla rilevanza dei fatti accertati. L'interdittiva antimafia, pertanto, non deve necessariamente collegarsi ad accertamenti in sede penale di carattere definitivo e certo sull'esistenza della contiguità dell'impresa ad organizzazioni malavitose, e quindi del condizionamento in atto dell'attività di impresa, ma può essere sorretta da fattori sintomatici e indiziari da cui emergano sufficienti elementi del pericolo che possa verificarsi il tentativo di ingerenza nell'attività imprenditoriale della criminalità organizzata. La legittimità del provvedimento interdittivo deve essere valutata in base ai presupposti di fatto e di diritto sussistenti all'epoca della sua emanazione, senza che possano rilevare eventuali circostanze sopravvenute, le quali potranno eventualmente essere prese in considerazione in un successivo procedimento di aggiornamento delle informazioni antimafia. La stazione appaltante, una volta adottata l'informativa interdittiva, ha il dovere di risolvere il contratto senza necessità di ulteriori motivazioni, salvo il caso in cui, nonostante la presenza di un inquinamento mafioso, l'interesse pubblico alla completa esecuzione del contratto sia così pregnante da legittimare un'impresa sospetta ad effettuare la commessa. Infine, l'escussione della cauzione provvisoria disposta dalla stazione appaltante a seguito della revoca dell'aggiudicazione definitiva per sopravvenuta interdittiva antimafia è legittima, in quanto tale misura discende direttamente dall'art. 75, comma 6, del d.lgs. n. 163/2006 e riguarda tutte le ipotesi di mancata sottoscrizione del contratto per fatto dell'affidatario, intendendosi per fatto dell'affidatario qualunque ostacolo alla stipulazione a lui riconducibile, tra cui la sussistenza della misura interdittiva antimafia.

Sentenza completa

N. 02418/2015
REG.RIC.

N. 05316/2015 REG.PROV.COLL.

N. 02418/2015 REG.RIC.

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

Il Tribunale Amministrativo Regionale della Campania

(Sezione Prima)

ha pronunciato la presente

SENTENZA

sul ricorso numero di registro generale 2418 del 2015, proposto da:
-OMISSIS-rappresentata e difesa dall’Avv. ((omissis)), con il quale è elettivamente domiciliata in Napoli alla G.G. Orsini n. 30 presso l’Avv. ((omissis));

contro

- MINISTERO DELL’INTERNO e PREFETTURA – U.T.G. DI NAPOLI, rappresentati e difesi dall’Avvocatura Distrettuale dello Stato di Napoli, presso la quale sono domiciliati per legge in Napoli alla Via A. Diaz n. 11;
- COMUNE DI SALERNO, rappresentato e difeso dagli Avv.ti ((omissis)) ed ((omissis)) dell’Avvocatura Comunale, con i quali è elettivamente domiciliato in Napoli alla Piazza G. Bovio n. 8 presso l’Avv. ((omissis));<…

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