Cassazione penale Sez. III sentenza n. 19164 del 4 maggio 2018

ECLI:IT:CASS:2018:19164PEN

Massima

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Il diritto all'indennizzo per ingiusta detenzione non deriva automaticamente dall'assoluzione dell'imputato, ma deve essere valutato in base al quadro probatorio esistente al momento dell'adozione della misura cautelare, attraverso un giudizio ex ante che tenga conto non solo degli elementi processuali, ma anche di eventuali comportamenti extraprocessuali del soggetto, come frequentazioni ambigue e sconsigliabili con persone legate alla criminalità organizzata. Tali comportamenti, se idonei a ingenerare o corroborare il convincimento sulla sussistenza di gravi indizi di colpevolezza, possono costituire un ostacolo al riconoscimento del diritto all'indennizzo, anche in presenza di una successiva sentenza assolutoria, purché la motivazione del giudice di merito sia adeguata e congrua. In particolare, l'utilizzo di un linguaggio criptico e meramente allusivo in conversazioni intercettate con soggetti coinvolti in traffici illeciti può essere considerato indice di una condotta gravemente imprudente, tale da escludere il diritto all'indennizzo per ingiusta detenzione.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE TERZA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. SAVANI Piero - Presidente

Dott. DI NICOLA Vito - Consigliere

Dott. GALTERIO Donatella - Consigliere

Dott. GENTILI Andrea - rel. Consigliere

Dott. MACRI' Ubalda - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS), nato a (OMISSIS);
avverso l'ordinanza n. 43/2016 ID della Corte di appello di Bari del 9 febbraio 2017;
letti gli atti di causa, l'ordinanza impugnata e il ricorso introduttivo;
sentita la relazione fatta dal Consigliere Dott. Andrea GENTILI;
sentita la requisitoria del PM, in persona del Sostituto Procuratore generale Dott. MAZZOTTA Gabriele, il quale ha concluso chiedendo il rigetto del ricorso.
RITENUTO IN FATTO
Con ordinanza del 9 febbraio 2017, la Corte di appello …

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